venerdì 16 maggio 2014

L'inesorabile decadenza culturale di Gradisca

Un articolo di dieci anni fa

Potremmo lasciarvi leggere e rivelarvi alla fine di questo articolo che è stato scritto durante la campagna elettorale del 2004, cioè 10 anni fa ma preferiamo dirvelo subito perché va letto proprio con la consapevolezza, riga per riga, che NULLA E’ CAMBIATO nella politica culturale del Comune di Gradisca d’Isonzo e che dal Sindaco Fabris al Sindaco Tommasini c’è una impressionante continuità per quanto riguarda il vuoto di idee e di iniziative.

Dunque nel 2004 quella che allora si chiamava Lista civica “Cittadini per il Comune di Gradisca” e sosteneva il candidato Paolo Boscarol, pubblicava questo testo (metteremo in corsivo i nostri commenti di oggi).

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Quello che colpisce è che l’ offerta culturale del Comune comprende solo manifestazioni ideate e prodotte da altri soggetti, enti e associazioni. Nessuno, tra l’altro, è di Gradisca. Il Comune ospita e promuove gli eventi, ma non produce idee e, soprattutto, non propone nulla di caratterizzante, nessuna iniziativa che abbia a che fare con la storia e le tradizioni cittadine (la festa dei patroni non fa testo, anche perché si traduce nei soliti chioschi gastronomici o poco più).
Tutti gli eventi insomma, appaiono frutto di scelte casuali e potrebbero essere proposti da qualsiasi altro Comune. Sembra che Gradisca, una delle località più ricche di storia della nostra provincia non abbia un passato, né un’identità culturale, ma venga usata solo come sfondo per attività banali o totalmente estranee.

Inoltre si nota anche in questo programma l’incapacità totale di gestire il museo civico e di produrre mostre (demandando completamente questa attività alla Galleria Spazzapan). Se si considera che Gradisca negli anni Sessanta e Settanta è stata la “capitale delle mostre” a livello provinciale (e con grande risalto in tutta la regione) questo presente appare veramente assai mediocre.

L’ amministrazione Fabris non lascerà dietro di sé nessun risultato in termini di strutture culturali, non ha completato il teatro, non ha fatto nessun passo avanti per il recupero del castello, ha chiuso il museo civico. La situazione è immutata rispetto a dieci anni fa, se non è addirittura peggiorata, visto che nel frattempo è stata soppressa anche l’Azienda di Turismo, che pure qualche effetto nella promozione di Gradisca lo produceva.

Il risultato all’esterno è la totale assenza di Gradisca nel panorama delle attività culturali qualificate del Friuli-Venezia Giulia, con la sola eccezione delle iniziative cinematografiche, il cui merito, comunque, viene attribuito comunemente all’Università. Siamo ben lontani dall’offerta che proviene da comuni nemmeno tanto grandi come Cividale, San Vito al Tagliamento, Spilimbergo, ecc.

A proposito del sito Internet www.comune.gradisca-d-isonzo.go.it, che, comunque, potrebbe essere uno strumento prezioso per sopperire alle carenze dell’offerta culturale, lo spazio dedicato alla storia della città è di 20 inutili righe (con un assurdo rimando a libri di testo reperibili, forse, solo a Gradisca, il che sembra una beffa, visto che la ragione per cui si naviga in Internet, magari da Melbourne o da Los Angeles, è proprio quello di attingere notizie e non consigli per l’acquisto di edizioni locali), il museo civico a sua volta viene descritto in dieci righe e non si capisce nemmeno bene che cos’è e se si può visitare. Ugualmente la Galleria Spazzapan, uno dei musei d’arte moderna più prestigiosi della regione, viene liquidata frettolosamente con rinvio “per informazioni” al telefono della Galleria!
Nemmeno a pensarci di avere a disposizione qualche traduzione in inglese o tedesco. Il problema turismo è ignorato dal Comune e rinviato alla fantomatica associazione “Antica contea” alla quale sono dedicate peraltro dieci righe insignificanti, in questo caso senza nessun riferimento telefonico, fax o e-mail.
Per fortuna che esiste il sito dell’Hotel Franz, che ci racconta abbastanza diffusamente, anche in inglese e tedesco, che cos’è Gradisca! E che descrive anche i dintorni (il Carso, il Collio) mentre nel sito del Comune di Gradisca nessuno si è sentito in dovere di inserire nemmeno una foto dell’Isonzo.
In sostanza chi ha concepito questo strumento di comunicazione non ha capito quasi niente di Internet e delle sue enormi potenzialità, rivolgendosi praticamente soltanto agli abitanti di Gradisca (bastava un Intranet!), fornendo loro informazioni che possono tranquillamente ricavare in mille altri modi (non servirà collegarsi al web per sapere dov’è la farmacia o conoscere il numero di telefono del giudice di pace….) mentre la promozione turistica e culturale, purtroppo, non ha nemmeno sfiorato gli autori di del sito, che non ritengono di nessuna utilità dare indicazioni su alberghi e ristoranti, ma – a proposito di servizi utili al cittadino - non fanno neppure lo sforzo di mettere in rete il calendario degli spettacoli teatrali, indicando il numero di telefono delle compagnie come unico aiuto a chi consulta la promettente rubrica “cultura questo mese”.
Per capire quanto questo sito sia veramente il simbolo e lo specchio della povertà della politica culturale di Gradisca basta fare qualche confronto con i siti di altri comuni, Monfalcone, Ronchi, Palmanova, per non parlare di Cividale che ha una presentazione davvero esemplare.”


Qui si concludeva la nostra analisi della situazione della cultura a Gradisca nel 2004 e l’articolo continuava con le nostre proposte. Sarebbero state utili anche all’Amministrazione Tommasini insediatasi dopo la vittoria elettorale, ma nessun suggerimento è stato accolto.


PROPOSTE CULTURALI DELLA LISTA “CITTADINI PER IL COMUNE DI GRADISCA”

Interventi prioritari e urgenti:
Castello e Teatro sono due problemi che non possono continuare a essere ignorati perché ormai rappresentano due vergogne cittadine; occorre accelerare i processi in corso e, per quanto riguarda il grosso problema del Castello, andrebbero verificate le possibilità di reperire finanziamenti presso la Comunità Europea per arrivare ad un riuso come struttura polifunzionale, culturale, museale, universitaria, alberghiera, ecc.

Altri temi importanti
Museo civico: in una cittadina così ricca di storia rappresenta una struttura essenziale non solo per svolgere un’adeguata attività turistica ma anche per sviluppare un’azione informativa ed educativa nei confronti delle famiglie che vengono a risiedere qui da altre zone; occorre ampliarlo e farlo funzionare, allestendo anche mostre temporanee su temi legati alla storia della fortezza.

Galleria Spazzapan
Negli ultimi anni ha perso importanza e organizza ormai solo mostre minori. Del resto per la Provincia, che se ne è assunta la gestione in tempi migliori, la Galleria rappresenta un museo secondario, visto che deve affrontare la complessa gestione dei Musei provinciali (Palazzo Attems e Borgo Castello) con risorse insufficienti. Sarebbe opportuno che il Comune di Gradisca se ne assumesse direttamente la conduzione in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia (che assicura già un finanziamento discreto). Inoltre uno spazio da recuperare all’uso espositivo, in collegamento con la galleria, dovrebbe essere l’ex ufficio dell’Azienda di Turismo che è in una posizione molto suggestiva ed è sprecato per l’uso attuale.

Lapidario. 

Prezioso insieme di testimonianze storiche della città (anzi questo è il vero museo civico) è abbandonato a sé stesso, senza nemmeno un’indicazione sul contenuto delle iscrizioni esposte. Andrebbe senz’altro valorizzato, così come la Porta Nuova, luogo di passaggio di molti visitatori di Gradisca, a sua volta privo di qualsiasi strumento di informazione.

Materiale promozionale

Può darsi che esista un depliant su Gradisca, ma se c’è, è invisibile. Dovrebbe essere distribuito nei negozi, nei ristoranti, nei caffè, nelle aziende turistiche di Grado, Lignano, Trieste. Possibile che non ci si renda conto del potenziale turistico della città e di quello che occorre fare per utilizzarlo? Certe iniziative sono davvero facilissime, ma per certi amministratori appaiono impossibili.

Giardini e rive del fiume

Sono una delle ricchezze più evidenti di Gradisca, ma non c’è mai stata un’iniziativa per valorizzare il patrimonio naturalistico della città (una mostra primaverile di fiori, ad esempio) ma anche il fiume è una realtà ignorata. Basta osservare che la famigerata passerella è stata ricostruita con delle sponde chiuse che impediscono completamente la vista dell’acqua a chi transita.

Manifestazioni culturali

Non esiste nessuna manifestazione popolare finalizzata al recupero di tradizioni locali, a differenza di quanto accade nella maggior parte dei comuni friulani (Cormons) o bisiachi. Il festival della cioccolata va bene, ma non può essere l’unica proposta in questa direzione!

Come si sa, il Teatro è stato riaperto e anche la sede della Galleria Spazzapan è stata restaurata e ampliata dalla Provincia. Lo sforzo di valorizzare il centro storico si è concentrato tutto sulla pedonalizzazione delle vie Ciotti e Bergamas, utile al miglioramento estetico dell’ambiente urbano ma allo stesso tempo fattore di desertificazione del vecchio abitato e colpo mortale al commercio. Tutto il resto è rimasto immutato. Le carenze di dieci anni fa rimangono e i problemi si sono anche aggravati.

Un amministrazione pigra e sorda

Considerato che dieci anni di politica culturale pressoché inesistente non hanno suscitato alcuna reazione nella cittadinanza, apparentemente assuefatta all’idea che l’identità culturale di Gradisca si coltivi con una stagione teatrale e con qualche rara mostra alla Galleria Spazzapan, si potrebbe mettersi il cuore in pace e decidere che della cultura non importa granché alla maggioranza dei gradiscani, a parte quei quattro gatti che continuano a rivangare in solitudine il passato glorioso in cui qui si susseguivano a ritmo continuo eventi culturali degni di una grande città, e di Gradisca si parlava sulla stampa nazionale.
Del resto non mancano i segnali negativi che confermerebbero questa crescente indifferenza: oggi in questa città non c’è nemmeno una libreria, non ci sono iniziative come l’Università della terza età, che altrove, a Cormons e a Monfalcone, ad esempio (per non citare Gorizia) è frequentata da centinaia di persone, sono rarissime le conferenze, le presentazioni di libri e quasi inesistenti le iniziative sulla storia e sulle tradizioni locali. Un vuoto impressionante, solo parzialmente colmato dalla Pro Loco, che, però, naturalmente si occupa più di intrattenimento che di cultura, e non può sostituire il Comune.
Del resto per capire quale confusione regni in Comune a proposito del significato stesso della parola “cultura” basta consultare il sito internet alla rubrica “Associazioni culturali” in cui vengono inserite persino le associazioni d’arma, dai fanti ai carabinieri, dagli alpini agli artiglieri, e fanno parte della categoria pure gli “Amici della buona forchetta” e l’Associazione commercianti.
Ma, almeno, le associazioni esistono, e probabilmente sono quasi tutte attive, mentre delle istituzioni sopravvive la sola biblioteca: il Museo civico, che pure avrebbe una funzione importante per una città così ricca di storia, non solo è chiuso, ma, almeno su Internet, pare completamente cancellato.
Sembrerebbe una città morta o in agonia, interessata a tutto meno che alla cultura, e invece non è così. I segnali di vitalità e di amore per la città, in particolare per la sua storia, arrivano, eccome, da parte della gente, e, da quando esistono i social network, arrivano anche in quantità impressionante. Colpisce ad esempio il successo di una pagina intitolata “Gradisca immagini e pensieri” sostenuta da un gruppo di quasi 1500 persone, molte delle quali postano continuamente vecchie foto, brani di storia, immagini di personaggi gradiscani noti e meno noti. Ma c’è anche un altro gruppo sotto il titolo ormai di moda “Sei di Gradisca se…” che raccoglie oltre 600 membri. E’ evidente che c’è una “gradiscanità” molto sentita sia in chi abita qui sia in coloro che se ne sono andati e provano una forte nostalgia. Ma come risponde l’Amministrazione a questo bisogno di identità? Non fa assolutamente nulla, anzi probabilmente è sollevata nel vedere che il cittadino si scrive la storia da solo…. L’assessore alla cultura, in verità, è uno dei più attivi produttori di post del primo gruppo citato, ma forse non si rende conto che a lui toccherebbe proporre qualcosa di più (ogni tanto un libro su Gradisca sarebbe doveroso, così come delle mostre storiche, ma anche una semplice guida a beneficio dei poveri turisti che non trovano nulla) e qualcosa di più strutturato e duraturo.
Insomma due mandati del Sindaco Tommasini si chiudono con un bilancio davvero sconfortante in cui la cultura non ha rappresentato quasi nulla, la città ha perso ancora smalto anziché recuperare almeno un po’ del prestigio del passato e non si riesce neppure a “leggere” i segnali chiarissimi che arrivano dai cittadini.

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