Un
articolo di dieci anni fa
Potremmo
lasciarvi leggere e rivelarvi alla fine di questo articolo che è
stato scritto durante la campagna elettorale del 2004, cioè 10 anni
fa ma preferiamo dirvelo subito perché va letto proprio con la
consapevolezza, riga per riga, che NULLA E’ CAMBIATO nella politica
culturale del Comune di Gradisca d’Isonzo e che dal Sindaco Fabris
al Sindaco Tommasini c’è una impressionante continuità per quanto
riguarda il vuoto di idee e di iniziative.
Dunque
nel 2004 quella che allora si chiamava Lista civica “Cittadini per
il Comune di Gradisca” e sosteneva il candidato Paolo Boscarol,
pubblicava questo testo (metteremo
in corsivo i nostri commenti di oggi).
***
“Quello
che colpisce è che l’ offerta culturale del Comune comprende solo
manifestazioni ideate e prodotte da altri soggetti, enti e
associazioni. Nessuno, tra l’altro, è di Gradisca. Il Comune
ospita e promuove gli eventi, ma non produce idee e, soprattutto, non
propone nulla di caratterizzante, nessuna iniziativa che abbia a che
fare con la storia e le tradizioni cittadine (la festa dei patroni
non fa testo, anche perché si traduce nei soliti chioschi
gastronomici o poco più).
Tutti
gli eventi insomma, appaiono frutto di scelte casuali e potrebbero
essere proposti da qualsiasi altro Comune. Sembra che Gradisca, una
delle località più ricche di storia della nostra provincia non
abbia un passato, né un’identità culturale, ma venga usata solo
come sfondo per attività banali o totalmente estranee.
Inoltre
si nota anche in questo programma l’incapacità totale di gestire
il museo civico e di produrre mostre (demandando completamente questa
attività alla Galleria Spazzapan). Se si considera che Gradisca
negli anni Sessanta e Settanta è stata la “capitale delle mostre”
a livello provinciale (e con grande risalto in tutta la regione)
questo presente appare veramente assai mediocre.
L’
amministrazione Fabris non lascerà dietro di sé nessun risultato in
termini di strutture culturali, non ha completato il teatro, non ha
fatto nessun passo avanti per il recupero del castello, ha chiuso il
museo civico. La situazione è immutata rispetto a dieci anni fa, se
non è addirittura peggiorata, visto che nel frattempo è stata
soppressa anche l’Azienda di Turismo, che pure qualche effetto
nella promozione di Gradisca lo produceva.
Il
risultato all’esterno è la totale assenza di Gradisca nel panorama
delle attività culturali qualificate del Friuli-Venezia Giulia, con
la sola eccezione delle iniziative cinematografiche, il cui merito,
comunque, viene attribuito comunemente all’Università. Siamo ben
lontani dall’offerta che proviene da comuni nemmeno tanto grandi
come Cividale, San Vito al Tagliamento, Spilimbergo, ecc.
A proposito del sito Internet www.comune.gradisca-d-isonzo.go.it, che, comunque, potrebbe essere uno strumento prezioso per sopperire alle carenze dell’offerta culturale, lo spazio dedicato alla storia della città è di 20 inutili righe (con un assurdo rimando a libri di testo reperibili, forse, solo a Gradisca, il che sembra una beffa, visto che la ragione per cui si naviga in Internet, magari da Melbourne o da Los Angeles, è proprio quello di attingere notizie e non consigli per l’acquisto di edizioni locali), il museo civico a sua volta viene descritto in dieci righe e non si capisce nemmeno bene che cos’è e se si può visitare. Ugualmente la Galleria Spazzapan, uno dei musei d’arte moderna più prestigiosi della regione, viene liquidata frettolosamente con rinvio “per informazioni” al telefono della Galleria!
Nemmeno
a pensarci di avere a disposizione qualche traduzione in inglese o
tedesco. Il problema turismo è ignorato dal Comune e rinviato alla
fantomatica associazione “Antica contea” alla quale sono dedicate
peraltro dieci righe insignificanti, in questo caso senza nessun
riferimento telefonico, fax o e-mail.
Per
fortuna che esiste il sito dell’Hotel Franz, che ci racconta
abbastanza diffusamente, anche in inglese e tedesco, che cos’è
Gradisca! E che descrive anche i dintorni (il Carso, il Collio)
mentre nel sito del Comune di Gradisca nessuno si è sentito in
dovere di inserire nemmeno una foto dell’Isonzo.
In
sostanza chi ha concepito questo strumento di comunicazione non ha
capito quasi niente di Internet e delle sue enormi potenzialità,
rivolgendosi praticamente soltanto agli abitanti di Gradisca (bastava
un Intranet!), fornendo loro informazioni che possono tranquillamente
ricavare in mille altri modi (non servirà collegarsi al web per
sapere dov’è la farmacia o conoscere il numero di telefono del
giudice di pace….) mentre la promozione turistica e culturale,
purtroppo, non ha nemmeno sfiorato gli autori di del sito, che non
ritengono di nessuna utilità dare indicazioni su alberghi e
ristoranti, ma – a proposito di servizi utili al cittadino - non
fanno neppure lo sforzo di mettere in rete il calendario degli
spettacoli teatrali, indicando il numero di telefono delle compagnie
come unico aiuto a chi consulta la promettente rubrica “cultura
questo mese”.
Per
capire quanto questo sito sia veramente il simbolo e lo specchio
della povertà della politica culturale di Gradisca basta fare
qualche confronto con i siti di altri comuni, Monfalcone, Ronchi,
Palmanova, per non parlare di Cividale che ha una presentazione
davvero esemplare.”
Qui
si concludeva la nostra analisi della situazione della cultura a
Gradisca nel 2004 e l’articolo continuava con le nostre proposte.
Sarebbero state utili anche all’Amministrazione Tommasini
insediatasi dopo la vittoria elettorale, ma nessun suggerimento è
stato accolto.
PROPOSTE
CULTURALI DELLA LISTA “CITTADINI PER IL COMUNE DI GRADISCA”
Interventi
prioritari e urgenti:
Castello
e Teatro sono due problemi che non possono continuare a essere
ignorati perché ormai rappresentano due vergogne cittadine; occorre
accelerare i processi in corso e, per quanto riguarda il grosso
problema del Castello, andrebbero verificate le possibilità di
reperire finanziamenti presso la Comunità Europea per arrivare ad un
riuso come struttura polifunzionale, culturale, museale,
universitaria, alberghiera, ecc.
Altri
temi importanti
Museo
civico: in una cittadina così ricca di storia rappresenta una
struttura essenziale non solo per svolgere un’adeguata attività
turistica ma anche per sviluppare un’azione informativa ed
educativa nei confronti delle famiglie che vengono a risiedere qui da
altre zone; occorre ampliarlo e farlo funzionare, allestendo anche
mostre temporanee su temi legati alla storia della fortezza.
Galleria
Spazzapan
Negli
ultimi anni ha perso importanza e organizza ormai solo mostre minori.
Del resto per la Provincia, che se ne è assunta la gestione in tempi
migliori, la Galleria rappresenta un museo secondario, visto che deve
affrontare la complessa gestione dei Musei provinciali (Palazzo
Attems e Borgo Castello) con risorse insufficienti. Sarebbe opportuno
che il Comune di Gradisca se ne assumesse direttamente la conduzione
in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
(che assicura già un finanziamento discreto). Inoltre uno spazio da
recuperare all’uso espositivo, in collegamento con la galleria,
dovrebbe essere l’ex ufficio dell’Azienda di Turismo che è in
una posizione molto suggestiva ed è sprecato per l’uso attuale.
Lapidario.
Prezioso insieme di testimonianze storiche della città (anzi questo è il vero museo civico) è abbandonato a sé stesso, senza nemmeno un’indicazione sul contenuto delle iscrizioni esposte. Andrebbe senz’altro valorizzato, così come la Porta Nuova, luogo di passaggio di molti visitatori di Gradisca, a sua volta privo di qualsiasi strumento di informazione.
Materiale promozionale
Può
darsi che esista un depliant su Gradisca, ma se c’è, è
invisibile. Dovrebbe essere distribuito nei negozi, nei ristoranti,
nei caffè, nelle aziende turistiche di Grado, Lignano, Trieste.
Possibile che non ci si renda conto del potenziale turistico della
città e di quello che occorre fare per utilizzarlo? Certe iniziative
sono davvero facilissime, ma per certi amministratori appaiono
impossibili.
Giardini e rive del fiume
Sono
una delle ricchezze più evidenti di Gradisca, ma non c’è mai
stata un’iniziativa per valorizzare il patrimonio naturalistico
della città (una mostra primaverile di fiori, ad esempio) ma anche
il fiume è una realtà ignorata. Basta osservare che la famigerata
passerella è stata ricostruita con delle sponde chiuse che
impediscono completamente la vista dell’acqua a chi transita.
Manifestazioni culturali
Non
esiste nessuna manifestazione popolare finalizzata al recupero di
tradizioni locali, a differenza di quanto accade nella maggior parte
dei comuni friulani (Cormons) o bisiachi. Il festival della
cioccolata va bene, ma non può essere l’unica proposta in questa
direzione!
Come
si sa, il Teatro è stato riaperto e anche la sede della Galleria
Spazzapan è stata restaurata e ampliata dalla Provincia. Lo sforzo
di valorizzare il centro storico si è concentrato tutto sulla
pedonalizzazione delle vie Ciotti e Bergamas, utile al miglioramento
estetico dell’ambiente urbano ma allo stesso tempo fattore di
desertificazione del vecchio abitato e colpo mortale al commercio.
Tutto il resto è rimasto immutato. Le carenze di dieci anni fa
rimangono e i problemi si sono anche aggravati.
Un
amministrazione pigra e sorda
Considerato
che dieci anni di politica culturale pressoché inesistente non hanno
suscitato alcuna reazione nella cittadinanza, apparentemente
assuefatta all’idea che l’identità culturale di Gradisca si
coltivi con una stagione teatrale e con qualche rara mostra alla
Galleria Spazzapan, si potrebbe mettersi il cuore in pace e decidere
che della cultura non importa granché alla maggioranza dei
gradiscani, a parte quei quattro gatti che continuano a rivangare in
solitudine il passato glorioso in cui qui si susseguivano a ritmo
continuo eventi culturali degni di una grande città, e di Gradisca
si parlava sulla stampa nazionale.
Del
resto non mancano i segnali negativi che confermerebbero questa
crescente indifferenza: oggi in questa città non c’è nemmeno una
libreria, non ci sono iniziative come l’Università della terza
età, che altrove, a Cormons e a Monfalcone, ad esempio (per non
citare Gorizia) è frequentata da centinaia di persone, sono
rarissime le conferenze, le presentazioni di libri e quasi
inesistenti le iniziative sulla storia e sulle tradizioni locali. Un
vuoto impressionante, solo parzialmente colmato dalla Pro Loco, che,
però, naturalmente si occupa più di intrattenimento che di cultura,
e non può sostituire il Comune.
Del
resto per capire quale confusione regni in Comune a proposito del
significato stesso della parola “cultura” basta consultare il
sito internet alla rubrica “Associazioni culturali” in cui
vengono inserite persino le associazioni d’arma, dai fanti ai
carabinieri, dagli alpini agli artiglieri, e fanno parte della
categoria pure gli “Amici della buona forchetta” e l’Associazione
commercianti.
Ma,
almeno, le associazioni esistono, e probabilmente sono quasi tutte
attive, mentre delle istituzioni sopravvive la sola biblioteca: il
Museo civico, che pure avrebbe una funzione importante per una città
così ricca di storia, non solo è chiuso, ma, almeno su Internet,
pare completamente cancellato.
Sembrerebbe
una città morta o in agonia, interessata a tutto meno che alla
cultura, e invece non è così. I segnali di vitalità e di amore per
la città, in particolare per la sua storia, arrivano, eccome, da
parte della gente, e, da quando esistono i social network, arrivano
anche in quantità impressionante. Colpisce ad esempio il successo di
una pagina intitolata “Gradisca immagini e pensieri” sostenuta da
un gruppo di quasi 1500 persone, molte delle quali postano
continuamente vecchie foto, brani di storia, immagini di personaggi
gradiscani noti e meno noti. Ma c’è anche un altro gruppo sotto il
titolo ormai di moda “Sei di Gradisca se…” che raccoglie oltre
600 membri. E’ evidente che c’è una “gradiscanità” molto
sentita sia in chi abita qui sia in coloro che se ne sono andati e
provano una forte nostalgia. Ma come risponde l’Amministrazione a
questo bisogno di identità? Non fa assolutamente nulla, anzi
probabilmente è sollevata nel vedere che il cittadino si scrive la
storia da solo…. L’assessore alla cultura, in verità, è uno dei
più attivi produttori di post del primo gruppo citato, ma forse non
si rende conto che a lui toccherebbe proporre qualcosa di più (ogni
tanto un libro su Gradisca sarebbe doveroso, così come delle mostre
storiche, ma anche una semplice guida a beneficio dei poveri turisti
che non trovano nulla) e qualcosa di più strutturato e duraturo.
Insomma
due mandati del Sindaco Tommasini si chiudono con un bilancio davvero
sconfortante in cui la cultura non ha rappresentato quasi nulla, la
città ha perso ancora smalto anziché recuperare almeno un po’ del
prestigio del passato e non si riesce neppure a “leggere” i
segnali chiarissimi che arrivano dai cittadini.
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